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Confina-Menti. Spettacolo nella C.C. di Pesaro



DUE STORIE LATINOAMERICANE ED UNIVERSALI ALLO STESSO TEMPO. Un progetto biennale ha visto coinvolti detenute e detenuti della Compagnia “Lo Spacco” insieme a due diversi gruppi di studenti della Scuola secondaria di primo grado “Galilei” intorno all’opera del drammaturgo argentino Alejandro Finzi.

E’ commosso Alejandro Finzi nel suo saluto trasmesso con un video messaggio alla fine dello spettacolo della Compagnia “Lo Spacco” il 23 giugno scorso nella Casa Circondariale di Pesaro. Siamo a conclusione di un percorso di lavoro che ha visto a novembre 2016 l’arrivo in Italia del drammaturgo argentino molto rappresentato nei teatri di tutta l’America Latina e tradotto in francese, inglese, polacco, arabo, russo, portoghese e, adesso, anche in italiano. Finzi è docente ordinario di letteratura europea all’Università Nazionale del Comahue a Neuquén (Patagonia) ed era già stato ospite del XII Convegno Internazionale della Rivista “Catarsi-Teatri delle diversità”, quando Vito Minoia ha tradotto per la prima volta in italiano una sua opera, “La Piel” (La Pelle), invitando la Scuola di Teatro Nazionale di Costa Rica a presentarne una originale messa in scena in spagnolo. Invitato a far parte del Comitato scientifico della pubblicazione europea, Finzi ha in seguito accolto l’idea di scrivere un testo per la Compagnia Lo Spacco che incontra in carcere a novembre 2016. Gli attori e le attrici gli pongono una serie di domande su quel testo, “L’avventura di Martin Bresler” (tradotto in italiano da Mariano Dolci). Bresler è un contadino di Neuquén che, dopo essere scappato dal carcere della città dove era stato rinchiuso ingiustamente, riuscì a raggiungere l’Europa e a schierarsi tra i combattenti inglesi durante la prima Guerra Mondiale ma, nel tentativo di rientrare in patria, fu catturato e rinchiuso di nuovo per poi morire in manicomio a Buenos Aires nel 1942. Il gruppo accoglie con grande interesse anche un dono che Finzi rivolge alla biblioteca dell’istituto penitenziario, uno dei suoi primi testi, scritto in età giovanile, “Molino Rojo” (Mulino Rosso) dedicato a Jacobo Fijman, un poeta, morto nell’oblìo nel 1970 nello stesso manicomio di Barracas (Buenos Aires) i cui versi, di grande valore, solo da poco sono stati recuperati e valorizzati.

I partecipanti nelle settimane successive si mettono subito all’opera per la traduzione del secondo testo (anche attori cileni e peruviani nel gruppo che aiutano a verificare la corretta traduzione dalla lingua madre) e matura la scelta di dedicare lo spettacolo a entrambi i personaggi oggetto delle trasposizioni teatral-letterarie di Finzi. Lo stesso autore rimane in contatto con il gruppo grazie alla mediazione del regista che gli scrive ripetutamente via e.mail aggiornandolo sugli sviluppi della costruzione scenica e ricevendo risposte a ripetute domande sul senso profondo di alcuni passaggi contenutistici dell’opera. 

Sugli stessi testi dell’autore argentino hanno lavorato anche due gruppi di allievi dell’Istituto Comprensivo Statale “Galilei” di Villa Fastiggi, producendo nell’anno scolastico 2015/2016 lo spettacolo “Libero nel pensiero, sempre” (dedicato a Bresler) e nell’anno scolastico 2016/2017 lo spettacolo “La Follia, un solitario cammino in salita” (dedicato a Fijman).

A novembre Finzi incontra, in un clima di grande impegno civile e profondo rispetto, anche gli allievi che avevano messo in scena la prima opera, insieme a tutti i loro genitori che li avevano autorizzati a lavorare teatralmente in carcere con i detenuti, particolarità del progetto affidato alla cura del Teatro Universitario Aenigma di Urbino e voluto dal 2002 dalla Direzione dell’istituto penitenziario e dai Dirigenti e docenti della Scuola Galilei che si sono succeduti negli anni. Il nome stesso della compagnia “Lo Spacco”, fu proprio assegnato dai ragazzi della Galilei nel 2006, a significare la distanza da colmare tra Carcere e Città, attraverso gli strumenti dell’arte e della creatività. Si tratta di una compagnia mista, unico esperimento continuativo di questo tipo in Italia, riuscito a rimanere in vita ininterrottamente per 15 anni grazie all’impegno di tutti i partecipanti e alle ripetute autorizzazioni dell’amministrazione penitenziaria. 

Una modalità, quella dell’incontro creativo tra detenute, detenuti e allievi dodicenni-tredicenni che ha “fatto scuola” a livello nazionale ed è stata al centro di una sessione di lavoro intitolata “Quando il carcere incontra la scuola attraverso il teatro” patrocinata nel 2015 dagli Stati Generali per l’Esecuzione Penale del Ministero della Giustizia.

Ma ritorniamo al 23 giugno 2017. Tra gli altri, nel pubblico esterno giunto in carcere dopo aver ottenuto l’autorizzazione all’ingresso,  anche i docenti ed alcuni genitori dei ragazzi che avevano recitato per i detenuti due settimane prima. L’iniziativa chiude il progetto “L’Arte Sprigionata”, giunto alla sua quattordicesima edizione e che ha previsto in giugno incontri e presentazioni di attività espressive di carattere culturale nella Biblioteca Comunale “San Giovanni” anche con la partecipazione di detenuti e detenute autorizzati.

Lo spettacolo intitolato “Confina-Menti” convince il pubblico che applaude a chiusura di ogni scena elaborata collettivamente dal gruppo degli attori partecipanti, sapientemente coordinati dagli attori Paolo Polverini e Romina Mascioli che hanno condotto il laboratorio teatrale insieme al regista Vito Minoia. Lo spettacolo sancisce, usando le parole espresse nel saluto conclusivo di Finzi, “l’uscita in libertà dei due protagonisti dei racconti che superano la condizione del loro confinamento ed abbandonano il manicomio nel quale erano rinchiusi per arrivare in un Paese che si chiama La Lingua Italiana”. 

Grande soddisfazione viene espressa anche per la valorizzazione dell’opera poetica meravigliosa di Jocobo Fijman (un personaggio paragonabile per spessore al nostro Dino Campana) che si manifesta con tutta la sua forza, risuonando nella Sala di Strada Fontesecco 88, nuovo spazio di socialità, riflessione e incontro per i cittadini di Pesaro (detenuti e detenute inclusi).

(Aguzzi David in CERCARE, carcere anagramma di”, Anno I n. 1, p. 88, www.edizioninuovecatarsi.org)


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